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Un giorno in una casa di contadini della campagna emiliana vidi attaccati al muro di una stanza dei rettangoli di carta colorata messi con un ingenuo senso astratto. Posso assicurare che quei rurali non erano affatto al corrente delle ultime evoluzioni dell'arte. Domandai per quale ragione avessero appeso quei colori; mi risposero: «per bellezza». Il «bello» quindi per la gente semplice può essere, oltre al giudizio universale di Michelangelo, anche in alcuni rettangoli colorati sul muro bianco di una stanza. Così senza nessuna ragione apparente ci si sente attirati dal fascino di un pupazzo di creta con la testa di cane che suona il violino tra gli alberi di un boschetto. Arte ingenua e sincera fatta senza la preoccupazione di quello che dirà il critico X sul suo autorevole giornale, senza il pensiero che debba piacere ai componenti della giuria del premio Z fra i quali c'è un vecchio compagno di scuola. (Bruno Munari)
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